Cosa rende o può rendere attraente ancora oggi il cristianesimo? Solo se lo possiamo vedere risplendere nella faccia di qualcuno, nell’umano di qualcuno, nella vita di qualcuno. Solo se possiamo vedere incarnata nella carne di qualcuno l’esperienza di questa attrattiva avvincente, di questa impareggiabilità umana della vita radicata e segnata dalla presenza di Cristo. Solo se vediamo nella carne di qualcuno presente, documentata e incarnata, l’esperienza della sua vittoria. Solo se vediamo risplendere, nella carne di qualcuno presente, questa esperienza di novità e di impareggiabilità umana nel modo di rapportarsi e di affrontare la vita, le circostanze e le sfide di tutti; se la vediamo risplendere nella testimonianza umana di persone in cui si documenta evidentemente. Solo se questa “impareggiabile esperienza dell’avvincente attrattiva di Cristo” la vediamo risplendere in una carne, in una umanità segnata e traboccante di bellezza, di speranza, di gioia, di letizia, di sovrabbondanza di vita, di indomita e operosa passione per la vita di un altro, per la vita e il destino di ogni uomo.
Solo questa evidente e tangibile esperienza umana, “carnale”, può aprire una “crepa” nell’umanità di altri uomini, attraverso cui la presenza di Cristo può entrare, attrarre ed essere ragionevolmente accolta. Solo la tangibilità di questa impareggiabile esperienza umana può sfidare e provocare la ragione e la libertà di un uomo.